Merende (e colazioni) importanti da festeggiare (l’undicesimo compleanno della mia nipotina Sara ) e allora Monsu Barachin chiama in aiuto Doraemon con i dolcini di cui va matto: i dorayaki.
Pur avendo radice comune, i due nomi si assomigliano per pura coincidenza, ma gli appassionati del pacioso gatto nipponico (non solo noi bambini negli anni ’80) ma anche i ragazzi di oggi sanno che Doraemon è veramente ghiotto di quella che rappresenta la merenda (ma anche la colazione) per antonomasia dei bambini del Sol Levante e la leccornia tipica da Parco Divertimenti e Festa di quartiere/paese.
Si tratta di due pancake piccolini lievitati ma abbastanza compatti accoppiati a mo’ di panini e tradizionalmente farciti con pasta di atzuki (anko), sorta di marmellata di fagioli rossi (atzuki) ottenuta facendo cuocere per molto tempo i fagioli con poco o nulla zucchero e un gusto molto simile a quello della nostrana crema di marroni.
Oggi si trovano anche ripieni di altre confetture (fragole, prugne, …), crema e cioccolato: d’obbligo alle nostre latitudini la Nutella® .
Il procedimento è molto semplice: fondamentale lasciare riposare la pastella per mezz’ora in frigo e utilizzare una padella antiaderente o una piastra come quella per le crèpes.
Sbattete due uova con 50 di zucchero, un pizzico di sale e un cucchiaino di miele. Aggiungere 100 g di farina 00 setacciato e 1 cucchiaino di lievito sciolto in due cucchiai di latte freddo. Amalgamare bene e far riposare per mezz’ora in frigo.
Versare sulla padella calda una cucchiaiata di impasto e, dopo qualche minuto, quando iniziano a formarsi tante bollicine in superficie, girare i dorayaki e farli cuocere ancora per qualche minuto. Spalmarli ancora caldi di nutella, marmellata, crema, accoppiarli e consumarli tiepidi.
Konnichiwa (buongiorno), itadakimasu (buon appetito) e ancora auguri Sara!