I piemontesi sono fatti di un’altra pasta e la pasta in questione è proprio quella dei panettoni.
E’ un piccolo orgoglio che i piemontesi, più noti per la loro immobilità (bogianen), per il loro understatement e riservatezza (torinesi – tristemente – falsi e cortesi), si distinguano spesso anche per i loro meriti gastronomici e la loro unicità a livello nazionale.
Il distretto dei panettoni
Tra i tanti prodotti di alto livello gastronomico, tra i più storici e con un livello qualitativo più alto, ci sono infatti i panettoni. Un distretto di eccellenza nella Provincia Granda (Cuneo) che dal Saluzzese va fino al Fossanese. Parlo di grandi realtà industriali come Maina e Balocco, ma anche di realtà più piccole in perfetto equilibrio tra industria e artigianalità come Bonifanti e Albertengo.
E proprio quest’ultima è da sempre nella mia classifica dei nostri panettoni preferiti. Tra l’altro logisticamente anche facilmente raggiungibile avendo abitato io per quasi trent’anni a Pancalieri. Da Torre San Giorgio, sede di Albertengo dal 1905, meno di 20 km.
Albertengo: una storia di famiglia
Se già ne amavo i panettoni, dopo una giornata a inizio ottobre in cui l’azienda ha aperto le porte a giornalisti e comunicatori, ho iniziato ad amare anche la famiglia che sta dietro e che mette vera cura e passione nel proprio lavoro. I fratelli Livia e Massimo Albertengo, due persone umanamente splendide, guidano, con la mamma Caterina, l’azienda ereditata da papà Domenico. Lui a sua volta raccolse la tradizione del nonno Michele e del bisnonno Giovanni Battista, tutti artigiani dell’arte bianca
Prima panificatori – perché il panettone nasce storicamente in panetteria con il lievito madre e non in pasticceria – e poi dagli anni ’50 aumentando i numeri per rispondere a una richiesta sempre più ampia della clientela.
“Protocollo Albertengo” tra industria e artigianalità
Alla fine degli anni ’80 la produzione di Panettoni prende il sopravvento sulla via della specializzazione e Albertengo diventa un’azienda monoprodotto, mantenendo però costante il rispetto della qualità artigianale secondo le linee guida della lievitazione naturale nella “camera bianca”, dei tempi necessari di lievitazione e di cottura.
Anche i fornitori delle materie prime – farine, uova, burro, uvette, canditi – selezionati negli anni rimangono per lo più invariati. Si arriva a scrivere il “protocollo Albertengo”, che consente un minuzioso controllo di tutta la filiera, una tracciabilità documentata e una eccezionale stabilità dei prodotti.
I numeri
Oggi Albertengo produce 20.000 panettoni al giorno con una produzione annua che raggiunge il milione e mezzo di pezzi (di cui 75% Panettoni, 25% Colombe), una quota export del 25% in 27 Paesi del mondo, tra Europa, America, Africa, Asia, Oceania e una fidelizzazione dei clienti di oltre il 90%.
Albertengo è specializzata anche nella produzione di maxi formati del Panettone Classico e al vino. Panettoni da 5, 10 e 20 chili con la produzione consistente di alcune migliaia di pezzi ogni anno.
Panettoni DiVini e glassa di nocciole di Alta Langa
Albertengo è stato pioniere ormai trent’anni fa nella produzione di panettoni con vini e superalcoolici nell’impasto. I primi esperimenti sono stati fatti con il Moscato d’Asti, a cui si sono aggiunti i passiti di Moscato, il passito di Pantelleria, la grappa, i distillati. Ultimi, il Vin Santo Santa Cristina Valdichiana Toscana Doc 2014, intenso e aromatico, e il Brachetto d’Acqui Docg di Giulio Cocchi, dolce e profumato, vere novità del 2019.
Per rafforzare il legame con il territorio piemontese dal 2012, Albertengo ha avviato un progetto agricolo per produrre nocciole in Alta Langa, le uniche utilizzate per produrre la glassa del panettone. 14 ettari di terreni della Tenuta San Giorgio Pian delle Violette a Levice tutti impiantati a nocciole. Sono 7 mila piante, di cui la metà entrate in produzione quest’anno con una prima raccolta avvenuta ad agosto 2019.
Incredibile che la macinatura delle nocciole per la glassa avviene ancora oggi con la lavorazione a pietra.
Profumo di panettone e panettone a colazione
Peccato per non riuscire a trasmettere sul web il profumo di burro, vaniglia e agrumi. E’ quello che si sente nell’aria a Torre San Giorgio avvicinandosi allo stabilimento Albertengo, ancora di più avendo di possibilità di visitare l’impianto di produzione. Con una fetta di panettone, magari al Marron glacé, alla Mela e alla Fantasia di frutta, tra le novità 2019, e una tazza di tè o caffelatte bollente penserete anche voi che la tradizione ha davvero un sapore buonissimo.
Photo credits: courtesy Albertengo