Sia che andiate a Londra adesso in questo periodo prenatalizio, sia che ci andiate nelle vacanze di Natale o nei giorni immediatamente successivi quando al Boxing Day (26 dicembre) inizieranno i saldi, il consiglio per appassionati di cucina è il quartiere di Islington.
Il quartiere, pur avendo origini umili, conta oggi tra i suoi residenti celebrities come Colin Firth, Dido, Emma Watson e Kate Winslet, boutiques alla moda e una predisposizione, naturale o casuale, alla cucina, intesa sia come locali (gastro-pub, café, pasticcerie) che negozi per la preparazione di cibi: qui ad alta concentrazione.
Partiamo dalla colazione; immaginiamo che abbiate già sbocconcellato qualcosa appena alzati e arriviate a Islington intorno alle 10:00/10:30: l’ora perfetta per una late breakfast in un must londinese in tema culinario OTTOLENGHI, che qui a Islington ha uno dei suoi locali più belli e storici (a detta di Yotam Ottolenghi stesso) e che in questi giorni ha vinto il Love London Awards per Islington dai lettori di TIME OUT. La colazione qui è possibile alle 12:00 in settimana, e all’una la domenica.
Se bazzicate sui food blog difficilmente non avete mai sentito parlare di Ottolenghi; ai pochi che (ancora) non lo conoscono è sufficiente sapere che Yotam Ottolenghi è stato uno degli artefici della rivoluzione gastronomica londinese da una quindicina di anni a questa parte a partire dal suo primo locale/punto vendita a Notting Hill.
Qui per la colazione non avete che l’imbarazzo della scelta: dolce e salata, semplice e rustica (plain direbbero gli inglesi) o sofisticata, local o internazionale.
Sappiate prima di tutto che Ottolenghi è celebre a Londra per i suoi lievitati (dolci e salati) e pane con lievito madre (non così comune a Londra) e quindi potrebbe non essere male prendere il Bread board, con fette di pane con lievito madre (che il cliente si tosta autonomamente sul proprio tavolo), confetture, burro Lescure e una pasta a scelta tra croissant, almond croissant, pain au chocolat, scone (£4.95/5.95).
Tanta tradizione (inglese e non): French toast alla cannella con crème fraiche e composta di mirtilli e moscato, Porridge di avena con prugne caramellate e composta di mirtilli, Tagliata di frutta con granola e yogurt greco (£7.20/8.50).
Ampio spazio per le colazioni salate: sapori inglesi rivisitati con il Welsh rarebit, uova strapazzate con salmone affumicato, fagioli cannellini con bacon, chorizo, uova fritte, e black pudding; sapori internazionali con la Shakshuka, tofu brasato con rose harissa (per gli amici vegani): (£8.50/9.20) tutti i piatti serviti con focaccia, pane italiano o con lievito madre tostato.
Se come me, siete attratti in modo inspiegabile dalle tortine in vetrina, potete scegliere una di quelle (prezzi tra i 3 e 4 pounds) accompagnandola con un caffè espresso (£1.90), tè (£2.10) o cappuccino (£2.70): discreti per consistenza e sapore.
Io – che ho visitato più volte OTTOLENGHI a Londra e ne ho assaggiate varie – adoro la sua cherry cheesecake, ma anche ottime: lemon curd o ruspberry tart, flourless pistachios, polenta and lemon cake (adatta agli intolleranti al glutine), tortine frangipane con fichi.
Ottolenghi vende in loco e on-line i suoi libri e i suoi prodotti dolci e salati (non così economici, ma eccezionali): pensateci per le prossime festività.
Se di fronte a tanta creatività e bellezza gastronomica, vi è venuta voglia di cimentarvi anche voi in preparazioni dolci o salate, allora – usciti dal locale – potete raggiungere uno dei negozi londinesi più forniti di kitchen tools: GILL WING che conta ben tre punti vendita su Upper Street; entrate e vi perderete… con il rimpianto per avere solo il bagaglio a mano per il vostro volo di ritorno.
Ultima indicazione in zona in tema culinario/colazionista: avevo adocchiato su Upper Street, poco dopo GILL WING l’Artisan Gluten Free Bakery (che qualche mese fa si chiamava ancora Romeo’s ed era una sugar free bakery), considerata una delle migliori panetterie/pasticcerie gluten free di Londra.
Io non ho avuto modo di provarla, ma l’idea mi è piaciuta molto e se qualcuno ci va, faccia un fischio 😉