L’idea per questo post mi è venuta da una pagina del blog di Laura Imai Messina: Giappone Mon Amour che tutti i ‘Japan addicted’ italiani (come il sottoscritto) dovrebbero leggere e conoscere; lei, italiana, vive da molti in Giappone dove insegna in università ed è particolarmente brava a raccontare il Giappone da perfetta insider senza però mai abituarsi troppo a quel mondo e trasferendo nel blog quello stupore che colpisce gli stranieri quando scoprono per la prima volta il Giappone.
Il post è dedicato ad un locale che, se andate a Tokyo per le prossime vacanze (quando ci ritorno sarà il primo posto dove farò colazione), non potete non visitare; a metà tra casa di legno sugli alberi e casetta-fungo dei Puffi®, questo caffè – che conta tre sedi in due dei quartieri più suggestivi di Tokyo, Kichijoji e Kōenji – rappresenta molto bene il concetto giapponese di kawaii, che può essere tradotto in italiano come “carino”, “amabile”, “adorabile”.
Come racconta Wikipedia “A partire dall’inizio degli anni ottanta il termine indica anche una serie di personaggi fittizi di manga, anime, videogiochi o altro, e gli oggetti loro collegati all’interno del contesto della cultura giapponese. […] Qualcosa di kawaii non deve essere soltanto “carino”, ma anche piccolo, buffo, ornato, dall’aspetto innocente, infantile, generalmente dalle tonalità “femminili”, quali bianco, azzurro, violetto e rosa. I personaggi kawaii, quindi, hanno fattezze bambinesche e ingenue, lineamenti graziosi, proporzioni minute ed essenziali, occhi grandi, scintillanti, teneri ed espressivi e una gran quantità di dettagli e particolari.”
Kawaii è sicuramente il locale con struttura e scala in legno per salire al secondo piano, kawaii sono i disegni alle pareti liberamente ispirate al mondo fiabesco dei Moomin, personaggi (molto popolari anche in Giappone) creati dalla celebre fumettista e illustratrice finlandese (ma di lingua svedese) Tove Marika Jansson, di cui fanno parte anche gli pseudo fantasmi Hattifatteners che danno il nome al caffé: Hattifnatt; kawaii sono infine i piatti e le bevande preparate, come i cappuccini e matcha-latte con la faccina disegnata sopra.
Non preoccupatevi di non riuscire a capire cosa ordinare: i menù stampati (come succede d’altra parte quasi sempre in Giappone) sono corredati di disegnini (anche queste molto kawaii) che vi spiegheranno i piatti e le bevande da consumare; per i prezzi no problem: i numeri, in Giappone, restano quelli romani 😉
photos credits: hattifnatt FB – poupee-sapphira – Vivian Ngo – flickr/from-japan-with-love – rebloggy