Una tazzina di caffé: che c’è di strano?

Una tazzina di caffé: che c’è di strano?

Julian Lechner, giovane studente tedesco, mentre frequentava il corso di design all’Università di Bolzano deve avere apprezzato moltissimo il caffè italiano per avere avuto un tale lampo di genio.

Ha infatti dichiarato in una recente intervista di aver cominciato a raccogliere fondi di caffè proprio nel nostro Paese. Ma per farne cosa? Naturale: una tazzina di caffè!

tazzine di lechner

Julian oggi è un designer pieno di idee fantastiche, ma quella che preferiamo è sicuramente questa. Osservando quanti fondi di caffè venivano gettati via sotto i suoi occhi, ogni giorno e affascinato da quella massa compatta, nera e profumata, questo giovane creativo, dopo anni di sperimentazioni, è riuscito a presentare il suo prodotto finito all’Amsterdam Coffee Week.

tazzine di lechner

Interi servizi di tazzine e piattini da caffè fatti proprio di caffè: mescolando i fondi con colle naturali e particelle di legno ha creato una massa liquida che può essere versata negli stampi e dare vita a splendide tazze resistenti all’acqua, addirittura ai lavaggi in lavastoviglie.

La sua impresa, oltre ad essere lodevole dal punto di vista ambientale, combatte lo spreco e riduce drasticamente il rifiuto (ma ci pensate a quanto caffè si getta via ogni giorno?!?).

tazzine di lechner

Non tralasciamo poi l’aspetto estetico-sensoriale di questo prodotto. Bere un caffè in una tazza simile deve essere un’esperienza piuttosto interessante: io ho già una gran voglia di percepirne la consistenza, osservarne il colore, la forma, sentirne il profumo (ne avrà uno?).

Nel design c’è qualcosa di magico che lega profondamente estetica e funzionalità. Direi che in questo caso a Julian Lechner è riuscito l’incantesimo.

La collezione si chiama Kaffeeform. Le tazze possono essere acquistate sul sito. Pare che prestissimo arriverà una nuova collezione. Il caffè utilizzato fin’ora è quello della città di Berlino.

 

 

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