Colazione sotto i portici di Torino

Colazione sotto i portici di Torino

18 chilometri di portici, di cui 12,5 interconnessi e continui, sotto cui è possibile anche fare colazione. Qualche consiglio dove fermarsi per un caffè o un cappuccino accompagnato da brioches fragranti e pasticcini mignon. Dalla stazione di Porta Nuova passeggiando verso Nord lungo corso Vittorio: uno dei corsi sabaudi più ampi ed eleganti.

I portici, simbolo per eccellenza del capoluogo piemontese, sono un vero e proprio patrimonio storico e architettonico. Furono realizzati tra fine 800 e inizio 900 per permettere alla nobiltà di fare lunghe passeggiate al riparo dalla pioggia o dal troppo sole.
Il tratto interessato dai nostri consigli fa parte del collegamento tra le due stazioni ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa. Unite con un percorso porticato attraverso Corso Vittorio Emanuele II, corso Vinzaglio, via Sacchi, via Nizza, via Pietro Micca e via Cernaia.

Platti. Dall’Ottocento a oggi nel segno della pasticceria mignon. E dei tramezzini

Una storia che inizia a fine 800 con Ernesto e Pietro Platti che trasformano nel 1875 la liquoreria “Principe Umberto” nel Caffè Platti.
Un interno ricco e variegato che racconta di tre epoche differenti.
La sala pasticceria, con il ricercato arredo Luigi XVI grandi lampadari originali e i soffitti a stucco di disegno barocco e tinte pastello.
L’ingresso caffè con il banco bar Anni Venti e il soffitto a stucchi di disegno barocco e tinte pastello.
Spunti Decò e accenni razionalisti per lo spazio creato dopo il 1930. Qui per tutto il ‘900 intellettuali, politici, poeti e imprenditori sabaudi trascorrevano le loro giornate parlando d’affari e politica e festeggiavano le ricorrenze.

La colazione da Platti resta un rito per tutti i torinesi: al bancone o seduti agli eleganti tavolini in marmo con oltre 20 tipi diversi di lievitati, in abbinamento a caffè, cappuccino o al classico Bicerin.
La bevanda torinese composta da una mescola di caffè, cioccolato e crema di latte tanto amata dai turisti ma riscoperta anche da tanti torinesi negli ultimi anni.

Leggendaria soprattutto la piccola pasticceria: bignè, chantilly, baci di dama, macaron e biscottini in formato mignon e firmati dal maestro pasticcere Luciano Stillitano.
In formato mini anche i tramezzini: i tipici panini triangolari, presenti da Platti in 25 tipologie. Dai più classici e con specialità piemontesi come peperoni e acciughe, vitello tonnato e salsiccia di Bra a quelli più innovativi.

Cosa ordinare a colazione da Platti?

Sicuramente i mignon.
Se un effimero e golosissimo chantilly vi sembra troppo per iniziare la giornata, scegliete un bacio di dama al cacao o alla nocciola con lamponi. Picccolissimi anche i chifferi alle mandorle o baci tipo Alassio con mandorle e cioccolato.

Certo ci sono anche croissant, cannoli, pain-au-chocolat, anche questi in versione più piccola, sfoglie alle mele o con la confettura: tutti perfettamente sfogliati.
Tanta morbidezza per i piccoli maritozzi ripieni di panna montata e veneziane morbide con crema o cioccolato. Discorso a parte per la torta Platti: ricca di cioccolato e solo apparentemente simile alla più celebre Sacher

Croissant anche con farciture salate, tramezzini in versione mini e paninetti semi-dolci per tutt* quell* che: La colazione salata, grazie!

Gerla: profumo di burro e cioccolato. Da colazione a tarda sera

Quasi un secolo di dolcezze nella sede storica proprio al cospetto dell’imponente statua di Vittorio Emanuele II sul corso omonimo. Oggi presso la sede storica non c’è più la produzione, un tempo al primo piano, ma una caffetteria, con il dehors direttamente sotto gli ampi portici, e l’Orangerie, un bistrot/ristorante al piano di sotto.

Le altre due sedi prestigiose in città sono la Croisette, un edificio anni ‘20 nel cuore della Crocetta, e la più recente acquisizione: la storica pasticceria Gertosio di cui conserva arredi e marmi.
La produzione per tutti i locali, sotto la supervisione della pastry chef Evi Polliotto, è da qualche anno concentrata presso il laboratorio in via Giotto (zona Nizza Millefonti). Anche qui è possibile gustare i prodotti da forno e il cioccolato a pochi metri dallo spazio di produzione.

Gerla 1927 vuol dire cioccolato (gianduiotti, dragées, tavolette assortite, Nocciolato) e pasticceria: tradizionale e contemporanea.
Evi Polliotto è riuscita nel non facile obbiettivo di affiancare la preparazione di torte classiche (torta vecchia Gerla, Sacher e Langarola) a preparazioni più contemporanee. Tra queste la Bauhaus, la Dibona ( vaniglia, gelée al cassis) e la Monviso (nocciola e cioccolato) sono sicuramente quelle più scenografiche e innovative.

Cosa ordinare a colazione da Gerla?

Dura lotta tra una veneziana lievitata da pasta madre e un biciolan sfogliato. In entrambi il profumo intenso del burro che almeno a colazione ci piace concederci ogni tanto. Il biciolan, dal nome della maschera vercellese del Carnevale, ha forma a mezza luna e conquista per la semplicità con solo una spolverata di zucchero; molto golosi anche i nidi dove la crema pasticcera è abbinata a frutti di bosco o uvetta e noci.

Casa Gaudenti, forma e sostanza, e Pastarell: la colazione napoletana a Torino

Proseguendo verso Nord altri due spazi meritano la sosta: Casa Gaudenti e Pastarell.

Casa Gaudenti

Di quello che inizialmente era Gaudenti 1971 ci innamorammo subito del blu ottanio, così elegante e raffinato e insieme rilassante. Il colore delle pareti, del bancone, del piano dei tavolini e del velluto delle sedie. Tutto pensato e progettato dalla mente geniale e creativa di Lamatilde.
Subito dopo della sua pasticceria e panetteria che hanno saputo da sempre unire la dimensione della pasticceria italiana a quella più internazionale della bakery.

Alla fine del 2020 Gaudenti 1971 è diventato Casa Gaudenti dalla collaborazione tra la famiglia Vergnano e il gelatiere Alberto Marchetti. Solo qualche modifiche nell’arredamento e nei colori degli interni rispetto al progetto originale
Dei locali storici, che hanno ospitato il prestigioso Peyrano Pfatisch, rimangono la boiserie originale, dei primi anni ’50, i parquet in legno e i cassettoni del soffitto. Qui non solo colazioni: anche pause pranzo, aperitivi e merende golose.

Pastarell

Questo piccolo spazio di fronte alla vecchia Porta Susa, era dove venivamo spesso per placare la nostalgia di Napoli: del suo caffè forte e intenso, delle sue sfogliatelle, delle sue zeppole.

Nel secondo locale, su corso Vittorio, c’è ancora più spazio, ma la bontà è quella confermata del primo locale a Torino Non solo sfogliatelle o zeppole: tante pastarelle tra cui scegliere per iniziare la giornata. I nostri preferiti restano i croissant alla crema di pistacchio, alla ricotta o con crema e amarena.

Un tripudio di colori e sapori che invita il cliente a farsene una scorta per colazioni condivise in ufficio o celebrazioni di riti domestici.

Ci si sente davvero come a Napoli e la tradizione del caffè sospeso ce lo conferma.